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“….immaginavo una vita a colori ma la vivevo in bianco e nero, come una lunga sequenza di grigi più o meno intensi, modulati da diverse quantità di luce. Questa era la percezione della ragione che discerne, che raggruppa i concetti e le esperienze per categorie omogenee, le riconduce a quello che la realtà è nella sua natura: un eterno contrasto tra morte e vita.” Patrizia Genovesi

Gran parte della foto d’autore è scattata in bianco e nero. Gran parte dei reportage sono scattati in bianco e nero. Si dice che il bianco e nero sia uno stile per “intenditori”.

Ci si chiede perché, visto che il mondo è a colori. Visto che il colore è stato l’elemento qualificante della grande pittura, visto che l’avvento del colore nel cinema è stata considerata una rivoluzione. Come coesistono l’alta definizione con l’impressionismo pittorico, l’iperrealismo e il cromatismo esasperati di certe foto di moda con la bicromia? Perché mentre il grande fotografo fa del bianco e nero la sua cifra, il pittore la fa del colore ed entrambi raccontano la realtà? E’ una scelta stilistica o c’è qualcosa di più?

In altre parole qual è il fascino del bianco e nero e soprattutto qual è la sua potenza? La nostra percezione della realtà avviene in gran parte attraverso i contrasti, per vuoti e per pieni, per presenze e per assenze e non solo nella realtà visiva ma anche in quella emozionale. Il buio è assenza di luce, il deserto è assenza di acqua più che presenza di sabbia, il male assenza di bene. Luce, acqua, bene, vita: sono presenze. Buio, deserto, male, morte: sono assenze. Il bianco e il nero ripropongono visivamente l’eterna dualità tra vita e morte. In mezzo scorre l’esistenza con i suoi infiniti toni di grigio.

Il colore sembra talvolta aggiungere, talvolta sviare dall’essenza delle cose. Nel reportage di guerra i toni accesi del sangue vengono sottratti allo sguardo dello spettatore senza tuttavia alleviare la drammaticità di certe scene, anzi, depotenziando la violenza di certe situazioni cruente, che può essere talmente forte da deviare l’attenzione dello spettatore sul particolare macabro, il bianco e nero può facilitare la percezione del senso profondo della descrizione. Il bianco e il nero richiamano l’essenza: l’uno è l’assorbimento di ogni cromatismo, l’altro la sintesi. Contengono dunque ogni colore,ogni presenza vitale ed ogni mancanza.

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“I imagined a life in color but lived it in black and white, like a sequence of more or less intense grays modulated by varying amounts of light. This was the perception of the intellectual faculty that discerns, that gathers the concepts and experiences into uniform categories and ties them back to what reality is in its core: an eternal conflict between life and death.

Many art pictures are in black and white, as well as many of the greatest reportage photographs. The black and white is often seen as a “connoisseur style”.

One wonders why, considering that the world is in color. That color has always been the core of painting. That the advent of color movies was considered a revolution. How can high definition coexist with impressionist painting, the hyper-realism and hyper-chromatism of some fashion photos with a two-color style? How can it be that the great photographer makes black and white her characteristic while the painter makes the same with colors, and both tell truth? Is this simply about stylistic choice or is there something more?

In other words, what is the appeal of black and white, and wherefrom does it take its energy? Our perception of reality is largely conveyed by contrasts, empties and fulls, presences and absences. This happens not only in visual reality, but also in the emotional one. Darkness is the absence of light, a desert is more absence of water than abundance of sand, evil is absence of good. Light, water, good, life: all these are presence. Dark, desert, evil, death: these are absence. The black and white visually reproduce the eternal duality between life and death. In the middle, life stands, with its infinite shades of gray.

Colors seem at times to add, at times to distract from the essence of things. In war reportage, blood is removed from the viewer’s sight without alleviating the drama. By weakening the harsh violence of some situations, that may be strong enough to divert the viewer’s attention towards macabre particulars, the black and white may facilitate the perception of the profound meaning of the description. The black and white recall the essence: the one is the absorption of all colors, the other their synthesis. They therefore contain every color, every failure and every vital presence.