Gli Stati Uniti prima della Grande Depressione: il contesto economico e sociale

 

Gli anni in cui Dorothea Lange era giovane, conosciuti come i ruggenti anni ’20, rappresentarono un periodo di prosperità economica e trasformazione sociale negli Stati Uniti. Dopo la Prima Guerra Mondiale, il paese si trovò al centro della scena economica mondiale, beneficiando di una rapida industrializzazione, dell’espansione delle tecnologie come l’automobile e la radio, e di un boom nei mercati azionari. Era un’epoca di ottimismo, con la classe media in espansione e un crescente consumismo alimentato dal credito.

Questo contesto spiega perché Lange, pur provenendo da una famiglia modesta e avendo subito difficoltà personali come l’abbandono del padre e la poliomielite, abbia trovato il coraggio di lasciare il New Jersey e trasferirsi a San Francisco. In un’epoca in cui molte donne iniziavano a sfidare i ruoli tradizionali, Lange approfittò delle opportunità offerte dal clima progressista del tempo. Con una combinazione di determinazione, abilità e una rete sociale costruita grazie alla sua formazione e ai suoi primi lavori, riuscì a stabilirsi come ritrattista in una delle città più dinamiche del paese.

Questa prosperità iniziale rese possibile l’apertura del suo studio fotografico, frequentato da una clientela benestante, e le fornì i mezzi per interagire con artisti e intellettuali. Tuttavia, quando la Grande Depressione colpì, il drastico cambiamento economico trasformò sia la sua vita che la sua carriera, spingendola a rivolgere il suo sguardo artistico verso la documentazione delle difficoltà umane, un impegno che l’avrebbe resa immortale.

 

 

Dorothea Lange e la Grande Depressione:

 

 

Il contesto storico della Grande Depressione

La Grande Depressione rappresenta una delle crisi economiche più devastanti della storia moderna. Iniziata con il crollo della Borsa di Wall Street nell’ottobre del 1929, ha segnato un decennio di disoccupazione, povertà e trasformazioni sociali. Negli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione raggiunse il 25%, mentre milioni di famiglie persero la propria casa e i risparmi. La crisi non fu solo finanziaria: il Dust Bowl, una serie di tempeste di sabbia che devastarono le Grandi Pianure, costrinse molte famiglie di agricoltori a migrare verso ovest in cerca di lavoro.

Le politiche del New Deal di Franklin D. Roosevelt, introdotte negli anni ’30, cercarono di mitigare gli effetti della crisi attraverso interventi sociali e infrastrutturali. Uno degli strumenti più innovativi fu la creazione della Farm Security Administration (FSA), che incaricò fotografi e scrittori di documentare la condizione dei cittadini americani. Fu in questo contesto che Dorothea Lange emerse come una delle più grandi fotografe documentariste.

 

Dorothea Lange: Dalla polio alla macchina fotografica

Dorothea Lange nacque il 26 maggio 1895 a Hoboken, New Jersey, da una famiglia borghese. La sua infanzia fu segnata da due eventi traumatici: a sette anni contrasse la poliomielite, che le lasciò una zoppia permanente, e da adolescente fu abbandonata dal padre. Questi eventi plasmarono il suo carattere e alimentarono una profonda empatia verso chi viveva in condizioni di vulnerabilità.

La madre, una bibliotecaria, lavorò duramente per sostenere la famiglia, trasmettendo a Dorothea una forte etica del lavoro. Dopo il liceo, Lange si trasferì a New York, dove studiò fotografia con Clarence H. White, un membro del movimento pittorialista. Sebbene non completasse formalmente gli studi, acquisì solide competenze tecniche che avrebbero definito il suo stile inconfondibile.

 

I primi anni a San Francisco

Nel 1918, Lange si stabilì a San Francisco, dove aprì uno studio di ritratti. I suoi primi lavori erano rivolti a una clientela benestante, con ritratti formali e curati che rivelavano già una grande attenzione per la psicologia dei soggetti. Questi ritratti maschili e femminili riflettevano una società sicura di sé, lontana dalle difficoltà che avrebbero poi caratterizzato gli anni della Depressione.

Con l’arrivo della crisi economica, tuttavia, Lange spostò il suo interesse dalla fotografia commerciale a quella documentaria. Iniziò a catturare scene di strada, come l’iconica White Angel Breadline (1933), che raffigura un uomo anziano in attesa di un pasto gratuito. Questo scatto attirò l’attenzione della FSA e segnò l’inizio di una nuova fase della sua carriera.

 

Le grandi opere documentaristiche
  1. Migrant Mother (1936)
    La fotografia più celebre di Lange, Migrant Mother, ritrae Florence Owens Thompson, una madre di sette figli, in un campo di raccoglitori di piselli in California. L’immagine, simbolo della sofferenza e della resilienza durante la Grande Depressione, divenne un’icona del periodo. Lange non si limitò a catturare la disperazione: la compostezza e la dignità di Florence resero la fotografia un appello universale alla solidarietà.
  2. The Road West (1938)
    Quest’immagine rappresenta una strada che si estende all’infinito, simbolo del viaggio e della speranza. Questo tema anticipa il lavoro di fotografi come Sebastião Salgado, che avrebbe documentato migrazioni globali con un approccio simile.
  3. Internamento giapponese (1942)
    Durante la Seconda Guerra Mondiale, Lange documentò l’internamento forzato di oltre 110.000 giapponesi-americani. Le sue fotografie, commissionate dalla War Relocation Authority, furono in gran parte censurate perché rivelavano la realtà disumana dei campi. In una lettera ad Ansel Adams, Lange scrisse della sua frustrazione verso il razzismo e l’intolleranza dell’epoca.

Strumenti e processi

Lange utilizzava principalmente una Graflex 4×5, ideale per le immagini di grande formato, ma anche una Rolleiflex per lavori più spontanei e una Leica 35mm nei suoi viaggi internazionali. Era profondamente coinvolta nei processi di stampa, collaborando con i tecnici per garantire che le sue immagini riflettessero esattamente la sua visione. Questo controllo artistico era cruciale per il suo lavoro, che combinava estetica e contenuto con una precisione unica.

 

Parallelismi con altri grandi fotografi

  • Con Tina Modotti: Modotti e Lange condividono una sensibilità verso i soggetti marginalizzati, ma Modotti adottava un approccio più apertamente politico. Le loro opere si incontrano nella capacità di documentare la dignità e la lotta delle persone comuni.
  • Con Sebastião Salgado e Josef Koudelka: Le immagini di Lange, come quelle dei migranti, hanno influenzato Salgado e Koudelka, che hanno continuato la tradizione della fotografia documentaria con una forte enfasi sulla narrazione visiva.

Il confronto con il fotogiornalismo contemporaneo

Un aspetto interessante del lavoro di Lange è il suo contrasto con il fotogiornalismo moderno. Mentre molti fotografi contemporanei enfatizzano il dramma e lo shock visivo per catturare l’attenzione, Lange cercava di evidenziare la resilienza e la dignità dei suoi soggetti. Le sue immagini non erano mai gratuite: volevano coinvolgere lo spettatore in una narrazione empatica, non semplicemente provocare un senso di colpa.

 

L’eredità di Dorothea Lange

Dorothea Lange ha lasciato un’eredità duratura, non solo come fotografa ma come testimone di un’epoca. La sua capacità di trasformare il dolore e la lotta in simboli di speranza continua a ispirare generazioni di artisti e documentaristi. Le sue fotografie non sono solo immagini, ma storie che ci ricordano la resilienza dell’umanità anche nei momenti più difficili.

Dorothea Lange: viaggi, matrimoni e collaborazioni

Nonostante la zoppia causata dalla poliomielite, Dorothea Lange non si lasciò mai limitare nelle sue ambizioni. Nel corso della sua vita, viaggiò ampiamente, sia per lavoro che per curiosità personale. Tra i suoi viaggi più significativi si ricordano:

  • Asia e Sud America (1958-1965): Lange visitò diversi paesi in Asia, come Giappone, Vietnam e India, e in Sud America, documentando le condizioni di vita e culturali in contesti diversi. Questi viaggi rappresentarono un’estensione naturale del suo lavoro documentaristico, offrendo uno sguardo globale sulle difficoltà e le resilienze delle comunità locali. Sebbene molte delle sue fotografie internazionali non abbiano raggiunto la fama dei suoi lavori americani, esse riflettono la stessa attenzione empatica ai dettagli umani.
  • Europa (anni ’30): Prima della Seconda Guerra Mondiale, Lange viaggiò anche in Europa, entrando in contatto con movimenti artistici e intellettuali che influenzarono il suo approccio alla fotografia e la sua visione del mondo.

 

I matrimoni e le collaborazioni

 

Dorothea Lange si sposò due volte, e entrambi i matrimoni influenzarono profondamente la sua vita e la sua carriera:

  • Primo marito: Maynard Dixon (1920-1935)
    Dixon, un celebre pittore del West americano, introdusse Lange nel mondo artistico di San Francisco. Il loro matrimonio fu segnato da difficoltà economiche durante la Grande Depressione, che misero a dura prova la loro relazione. Tuttavia, Lange continuò a sostenere la famiglia lavorando nel suo studio di ritratti, e le loro rispettive pratiche artistiche si influenzarono a vicenda. Dixon fu una figura importante nella costruzione della sensibilità visiva di Lange verso il paesaggio e la cultura americana.
  • Secondo marito: Paul Schuster Taylor (1935-1965)
    Taylor, un economista e sociologo, fu il partner intellettuale e collaborativo più importante di Lange. Il loro matrimonio coincise con la svolta documentaristica nella carriera della fotografa. Insieme, lavorarono a progetti per la Farm Security Administration, combinando le immagini di Lange con le analisi economiche di Taylor. Il loro libro An American Exodus: A Record of Human Erosion (1939) è un esempio emblematico della loro collaborazione, in cui fotografia e testo si uniscono per raccontare le difficoltà dei lavoratori migranti durante la Grande Depressione.

Taylor fornì il quadro teorico e i contatti istituzionali, mentre Lange traduceva i dati in immagini potenti e universali. La loro relazione, basata su una reciproca stima intellettuale, durò fino alla morte di Lange nel 1965.

 

APPENDICE

Una vita in movimento

Nonostante le sfide fisiche e personali, Lange percorse migliaia di chilometri, sia fisicamente che attraverso le sue opere. I suoi viaggi e le sue collaborazioni dimostrano che la sua forza risiedeva non solo nella capacità di vedere il mondo attraverso la lente della sua macchina fotografica, ma anche di connettersi con le persone e con le idee che avrebbero modellato la sua arte e il suo lascito.

Dorothea Lange: una donna sola nei viaggi del primo Novecento

Viaggiare da sola per il mondo negli anni ’20 e ’30 era una sfida per qualsiasi donna, ma Dorothea Lange, con la sua determinazione e il supporto delle sue relazioni personali e professionali, riuscì a superare queste barriere.

  1. Ebbe figli e un sostegno complesso dai matrimoni

Lange ebbe due figli dal primo matrimonio con Maynard Dixon: Daniel e John. Durante i viaggi, soprattutto quelli per lavoro, i figli erano spesso affidati a balie, scuole o altre persone di fiducia. La responsabilità genitoriale gravava in gran parte su di lei, ma il supporto economico e logistico derivante dai suoi matrimoni contribuì notevolmente a rendere possibili i suoi spostamenti.

  • Primo marito (Maynard Dixon): Dixon aveva difficoltà finanziarie durante la Grande Depressione, ma il suo status di artista e i contatti nella scena culturale di San Francisco furono utili per sostenere Lange nei suoi primi passi nel mondo professionale. La stabilità relativa che ottennero nei primi anni del matrimonio permise a Lange di dedicarsi alla sua crescita artistica.
  • Secondo marito (Paul Schuster Taylor): Taylor, economista e sociologo di successo, fornì a Lange un sostegno economico e intellettuale fondamentale. Sebbene la loro collaborazione fosse professionale, il reddito stabile di Taylor contribuì a finanziare i loro progetti documentaristici. Fu grazie alla loro partnership che Lange poté affrontare viaggi lunghi e impegnativi, sia negli Stati Uniti che all’estero.
  1. Finanziamenti e opportunità professionali

La maggior parte dei viaggi di Lange fu finanziata attraverso:

  • Commissioni governative: I suoi incarichi per la Farm Security Administration (FSA) includevano fondi per coprire le spese di viaggio, alloggio e materiali fotografici. Questo fu particolarmente importante durante i progetti sulla Grande Depressione e l’internamento giapponese.
  • Collaborazioni accademiche: Nei progetti con Taylor, i finanziamenti spesso provenivano da istituzioni accademiche o fondi di ricerca per documentare le condizioni economiche e sociali.
  • Risparmi personali e guadagni dal suo studio: Prima della Depressione, Lange guadagnava bene come ritrattista a San Francisco, e ciò le permise di costruire una certa indipendenza economica.