Lee Miller (1907-1977) è stata una figura straordinaria del XX secolo: modella, fotografa, corrispondente di guerra, musa ispiratrice e icona del movimento surrealista. Nata negli Stati Uniti e attiva soprattutto in Europa, Miller ha incarnato molteplici ruoli che hanno contribuito a ridefinire la maniera in cui pensiamo all’arte fotografica, alla rappresentazione femminile e al ruolo della fotografia nei momenti di profonda trasformazione storica. Spesso ricordata come l’allieva e la musa di Man Ray, o come la modella che finì sulla copertina di “Vogue”, Lee Miller fu molto più di questo: divenne una delle grandi testimoni visive della Seconda guerra mondiale, producendo immagini che ancora oggi ci parlano dell’orrore del conflitto, della complessità morale dei vincitori e dei vinti e delle contraddizioni di un’epoca.
Con la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, gli archivi fotografici stanno diventando sempre più accessibili online. Piattaforme come Europeana e archivi istituzionali stanno rendendo migliaia di immagini disponibili gratuitamente, democratizzando l’accesso alla memoria visiva del mondo.
Solo pochi giorni fa, gli Stati Uniti hanno rafforzato le restrizioni su TikTok, denunciandolo come una minaccia alla sicurezza nazionale per la gestione dei dati degli utenti. Eppure, nello stesso periodo, un’app cinese di intelligenza artificiale, DeepSeek, è diventata la più scaricata nel paese. Un chatbot avanzato, capace di competere con giganti come ChatGPT, nonostante utilizzi hardware meno sofisticato e abbia costi più contenuti. Il suo successo ha destabilizzato il mercato tecnologico, facendo crollare le azioni di alcune grandi aziende e sollevando interrogativi: com’è possibile che nessuno abbia previsto una simile ascesa?
Gian Paolo Barbieri (1938–2024), fotografo di fama internazionale, ha contribuito in modo significativo alla definizione dell’estetica della moda italiana. Autodidatta influenzato dal cinema americano, ha lavorato per Vogue e collaborato con importanti stilisti e icone culturali. La sua eredità è oggi preservata dalla Fondazione Gian Paolo Barbieri.
L’IA non è un’entità aliena, ma il frutto del percorso evolutivo umano. Un riflesso della nostra spinta a creare, comprendere e proiettare noi stessi oltre i vincoli della mortalità.
Dorothea Lange, fotografa simbolo della Grande Depressione, ha documentato dignità e sofferenza umana con scatti iconici e viaggi in tutto il mondo.
La fotografia di Richard Avedon trascende il mezzo visivo, offrendo una profonda meditazione sull’esistenza umana. Con uno stile minimalista e dialoghi intimi con i suoi soggetti, Avedon decostruisce maschere sociali e gerarchie visive, rivelando le fragilità e le contraddizioni dell’individuo. Le sue immagini vivono al crocevia tra arte, antropologia e filosofia.
L’evento su Ansel Adams offre una panoramica sulla vita e sul lavoro di uno dei più influenti fotografi del XX secolo. I partecipanti avranno l’opportunità di conoscere il suo approccio tecnico, come il sistema zonale, che gli ha permesso di controllare la gamma tonale e ottenere immagini dai contrasti straordinari. Verranno approfondite le sue opere più famose, tra cui i paesaggi di Yosemite, e il suo impegno per la conservazione della natura. Un’occasione imperdibile per comprendere l’eredità artistica e ambientale di Adams.
La conferenza approfondisce i meccanismi con cui il cervello umano elabora le immagini, esplorando il ruolo dell’amigdala, la percezione inconscia e le influenze del neuromarketing. Un evento imperdibile per chi è interessato alla psicologia, neuroscienze e pubblicità.
COSMOS di Patrizia Genovesi è un’affascinante e complessa esplorazione del legame tra arte, scienza e filosofia. Si tratta di una serie di opere che affrontano tematiche profonde e concetti avanzati come lo spaziotempo, la coscienza cosmica e l’evoluzione dell’universo, utilizzando l’arte come veicolo per rendere visibili idee astratte e difficilmente rappresentabili.
Nel docufilm Io Rimango Qui, la fotografia è protagonista, amplificando emozioni e sentimenti attraverso l’uso magistrale della luce naturale e dei colori vibranti della Sicilia. I paesaggi suggestivi diventano specchi delle emozioni dei personaggi, trasformando ogni scena in un poema visivo immersivo e contemplativo.
Roma, 15 aprile 19 Officine Fotografiche. Patrizia Genovesi racconta Luigi Ghirri. Luigi Ghirri utilizzava la fotografia come strumento di esplorazione e mappatura concettuale, trasformando la realtà quotidiana in riflessioni visive che sfidano la percezione, invitando l’osservatore a una contemplazione profonda su identità, memoria e paesaggio.