Oliviero Toscani è morto il 13 gennaio 2025 a causa di una rara malattia. Lasciando un vuoto profondo nel mondo della fotografia. Ci mancherà la sua vitalità, la sua forte presenza, la sua passione per il mondo.

Lo Stile di Oliviero Toscani: Un Linguaggio di Rottura

Oliviero Toscani ha sempre giocato con la fotografia come uno strumento dirompente. Il suo stile non si limita a produrre belle immagini: il suo scopo è scuotere, interrogare, far riflettere. Toscani non ha mai cercato il consenso facile, ma ha sempre puntato a raccontare storie scomode, utilizzando un linguaggio visivo capace di andare oltre le convenzioni. La semplicità è una delle caratteristiche fondamentali delle sue opere. Toscani costruisce le sue immagini in modo essenziale, eliminando ogni elemento superfluo. Non c’è mai confusione, tutto è al posto giusto. Questo approccio, tutt’altro che casuale, guida lo sguardo dello spettatore verso il cuore del messaggio. Una foto di Toscani è un grido, un richiamo, una provocazione.

Il Potere del Colore e il realismo brutale

Se c’è un elemento distintivo che definisce lo stile di Toscani, è il colore. Non parliamo solo di scelte estetiche accattivanti, ma di una vera e propria grammatica visiva. I colori nei suoi lavori spesso creano contrasti forti: toni accesi e vividi accompagnano tematiche pesanti come il razzismo, la guerra o l’AIDS. È questo gioco di contraddizioni a rendere i suoi messaggi potenti e memorabili. Toscani non si limita a utilizzare i colori come decorazione: li trasforma in strumenti di narrazione.

Toscani ha spesso ignorato il filtro della convenzione sociale, preferendo rappresentare la realtà per quella che è, senza abbellimenti. Questo è particolarmente evidente nei suoi scatti più celebri, come l’immagine di David Kirby, un giovane malato di AIDS fotografato nei suoi ultimi momenti di vita. Questa foto, per quanto controversa, non era uno schiaffo gratuito, ma un invito a guardare negli occhi una realtà che molti preferivano ignorare.

La Provocazione come Forma d’Arte

Il lavoro di Toscani non è mai stato pensato per piacere a tutti. Anzi, spesso è stato volutamente provocatorio, al punto da generare polemiche e censure. Che fosse una foto di un condannato a morte o un’immagine cruda sull’anoressia, Toscani ha sempre sfidato le regole della pubblicità tradizionale. Per lui, la comunicazione visiva doveva essere qualcosa di più: non solo uno strumento per vendere, ma una piattaforma per sollevare domande scomode.

L’Umanità al Centro

Ciò che distingue realmente Toscani è la sua profonda attenzione per l’umanità. Ogni immagine, anche la più provocatoria, mette al centro la persona, con le sue debolezze, le sue emozioni e le sue storie. Con il progetto Razza Umana, Toscani ha catturato volti di ogni angolo del mondo, celebrando la diversità in tutte le sue forme. Questa attenzione per l’individuo è il cuore del suo lavoro.

Toscani ha dimostrato che le immagini possono parlare una lingua che tutti capiscono. Le sue foto non hanno bisogno di parole per essere potenti. Ogni scatto racconta una storia, evoca una reazione, supera le barriere culturali e linguistiche. Questo è il segreto del suo stile: rendere visibili le contraddizioni della società e trasformarle in un linguaggio visivo che chiunque può interpretare.

Lo stile di Toscani è una sfida costante al conformismo. È una celebrazione dell’arte come forma di comunicazione diretta e universale. Guardare una sua foto significa essere messi di fronte a una realtà che non può essere ignorata.

La sua storia

Oliviero Toscani, nato a Milano il 28 febbraio 1942, è stato un fotografo italiano di fama internazionale, noto per le sue campagne pubblicitarie provocatorie e innovative, in particolare per il marchio Benetton. Figlio di Fedele Toscani, storico fotoreporter del Corriere della Sera, Oliviero ha mostrato sin da giovane una predisposizione per la fotografia, pubblicando la sua prima foto sul Corriere a soli 14 anni.

Dopo gli studi al Liceo Vittorio Veneto di Milano, si trasferì a Zurigo, dove frequentò la Kunstgewerbeschule dal 1961 al 1965, approfondendo le tecniche fotografiche e grafiche. Durante questo periodo, fu allievo di Serge Stauffer, specialista di Marcel Duchamp, e dell’artista Karl Schmid.

La sua carriera professionale iniziò nel mondo della moda, collaborando con riviste prestigiose come Elle, Vogue, L’Uomo Vogue e Harper’s Bazaar. Tuttavia, fu nel campo della pubblicità che Toscani lasciò un’impronta indelebile. La sua prima campagna di rilievo fu per il cornetto Algida, dove presentò un’idea innovativa che gli valse la commissione definitiva.

Nel 1982, iniziò la sua collaborazione con il marchio Benetton, rivoluzionando il mondo della comunicazione pubblicitaria. Le sue campagne affrontavano temi sociali delicati come il razzismo, la guerra, l’AIDS e la pena di morte, utilizzando immagini forti e spesso controverse. Tra le più celebri, la fotografia di David Kirby, un malato di AIDS in fin di vita circondato dalla famiglia, che suscitò dibattiti sull’uso di tali immagini nella pubblicità.

Nel 1990, insieme al designer americano Tibor Kalman, fondò la rivista Colors, definita “una rivista che parla del resto del mondo”. Colors si distingueva per l’approccio visivo e globale, trattando temi come l’ambiente, i conflitti mondiali e la lotta all’AIDS, con un linguaggio universale basato sulle immagini.  Nel 1993, concepì e diresse Fabrica, un centro internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione moderna, sostenuto dal gruppo Benetton. Fabrica divenne un punto di riferimento per giovani creativi di tutto il mondo, promuovendo progetti innovativi nel campo della comunicazione.

Dopo la separazione da Benetton nel 2000, Toscani continuò a lavorare su progetti personali e campagne sociali. Nel 2007, realizzò una campagna contro l’anoressia, utilizzando l’immagine della modella francese Isabelle Caro, affetta da questa malattia, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi alimentari.

Nel corso della sua carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui quattro Leoni d’Oro al Festival Internazionale della Pubblicità di Cannes, il Gran Premio dell’UNESCO e il Gran Premio di Affichage. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie di tutto il mondo, dalla Biennale di Venezia al Museo d’Arte Moderna di New York.

Oltre alla fotografia, Toscani ha esplorato altre forme di comunicazione. Nel 2003, ha creato “La Sterpaia”, un laboratorio di ricerca per la comunicazione moderna in collaborazione con la Regione Toscana. Inoltre, ha pubblicato diversi libri, tra cui la sua biografia “Ne ho fatte di tutti i colori. Vita e fortuna di un situazionista” nel 2022.

Negli ultimi anni, ha portato avanti il progetto “Razza Umana”, una raccolta di fotografie e video che documentano le diverse morfologie e condizioni umane, con l’obiettivo di rappresentare la diversità e la ricchezza dell’umanità.