Quando vedo una persona troppo gentile mi chiedo sempre che cosa abbia da farsi perdonare. Ma quando conobbi Teresa mi porse la mano sorridendo con tale dolcezza, da farmi credere che la sua cortesia fosse il moto di un animo nobile. Dopo sei mesi fuggì con mio padre.

La sera prima mi invitarono entrambi a cena e lui mi regalò una spilla che ancora conservo. E’ stata la sua eredità. E’ d’oro e raffigura la dea Minerva. La fermezza è così acuminata da mettere in pericolo gli abbracci più stretti, per questo l’ ho conservata nella cassaforte dello studio. E per tutta la vita ho navigato con costanza e dolore. Oggi conto novanta anni. Posso indossarla finalmente e declinare con grazia le effusioni altrui, per continuare a preservarli dall’onere del vedere sulla loro carni quanto la conoscenza ferisca e allontani i più.