PATRIZIA GENOVESI

Seminario   su

RICHARD AVEDON

Roma, 1 marzo ore 20.30

Galleria VARCO – ROMA

Patrizia Genovesi su Richard Avedon

In questo seminario Patrizia Genovesi parlerà del grande fotografo Richard Avedon.”Teatrale e trasgressivo, Avedon ha un approccio alla fotografia essenziale e minimalista, ma sempre innovativo e appassionato. In tutta la sua opera sottolinea i contrasti tra quiete e moto, tra armonia classica ed espressione caricaturale. Ogni stimolo emozionale e visivo entra in lui per essere elaborato dalla sua forte personalità artistica, dal suo stile e dalla sua originalità. Rigore, genialità, grande competenza tecnica sono tra la importanti caratteristiche dello stile di Richard Avedon: il fotografo che rappresenta una pietra miliare della storia del ritratto e della fotografia di moda del 900″. Patrizia Genovesi su MEMECULT
Direttore artistico di Harper’s Bazaar, Avedon ha collaborato a lungo con Vogue e LIFE. Ha fotografato molti personaggi illustri: da Audrey Hepburn a Marilyn Monroe, da Eisenhower, ad Andy Warhol ai Beatles.
Nella sua lunga produzione si è occupato di attualità, ha ritratto personaggi famosi, ma anche gente comune. Ha saputo cogliere attraverso la gestualità dei suoi soggetti il loro pensiero e la realtà intima di ciascuno restituendoci immagini sempre sorprendenti.
Teatrale e trasgressivo, Avedon ha avuto un approccio alla fotografia essenziale e minimalista, ma sempre innovativo e appassionato.
La sua vita ricca di emozioni è stata caratterizzata da una ricerca continua sotto il profilo stilistico e concettuale.
“Non mi piacciono gli espedienti a base di giochi di luce o pose particolari. Il bianco aiuta a separare il personaggio dal resto. Il grigio invece protegge, abbraccia, riscalda, ti fa emergere dall’ombra alla luce. Racconta un’altra storia. Nel bianco sei solo.”
Durante il seminario Patrizia Genovesi ci aiuterà a conoscere l’opera e del grande fotografo attraverso la sua storia tecnica personale e artistica.

“La composizione del ritratto di Avedon si caratterizza per la concentrazione esclusiva sul movimento fisico, psicologico ed emotivo del soggetto, espressa visivamente attraverso la rinuncia ad un rapporto articolato con lo spazio circostante. Lo sfondo è spesso un semplice piano bianco.

“Non mi piacciono gli espedienti a base di giochi di luce o pose particolari. Il bianco aiuta a separare il personaggio dal resto. Il grigio invece protegge, abbraccia, riscalda, ti fa emergere dall’ombra alla luce. Racconta un’altra storia. Nel bianco sei solo.”

Una concezione che in qualche modo ricorda la musica di Bach, dove l’eliminazione dei tratti espressivi permette di focalizzarsi sull’essenza della musica, dei rapporti alla base dell’armonia.” Patrizia Genovesi su MEMECULT