Maurizio Rebuzzini

Maurizio Rebuzzini (1951–2025), è stato storico e critico della fotografia, ha fondato FOTOgraphia e insegnato all’Università Cattolica. Con rigore e passione ha fatto della fotografia una coscienza del nostro tempo.

Guardare con Paolo Pellegrin

Patrizia Genovesi – La fotografia di Paolo Pellegrin non documenta soltanto: interroga, ascolta, crea silenzi. Con uno sguardo profondo e coerente, attraversa guerre, paesaggi e fragilità umane senza semplificare mai, restituendo dignità e complessità a ogni immagine

Maria Vittoria Backhaus

Maria Vittoria Backhaus (1942–2025), fotografa italiana, ha unito reportage, moda e design con ironia e narrazione. Formata a Brera, ha creato immagini teatrali e pop, riconosciute da premi e mostre internazionali.

Sguardo interiore e potere dell’immagine: la fotografia tra visione, manipolazione e memoria

Il saggio esplora il ruolo della fotografia come veicolo di rappresentazione interna e manipolazione percettiva. Lontano dall’essere un semplice documento visivo, ogni fotografia agisce come uno strumento narrativo che scolpisce lo spazio interiore della coscienza. Mentre il mondo digitale e le intelligenze artificiali moltiplicano immagini perfette ma prive di radicamento esperienziale, le fotografie reali, incarnate e relazionali, continuano a produrre memoria.

Le big tech e la grande illusione

Meta, come altri giganti tech, vive un equilibrio precario: mercati maturi in declino, emergenti ancora redditizi. L’AI alimenta narrativa e contratti con governi, ma erode traffico e PMI. Energia, dati e potere si concentrano, mentre la base economica si restringe. Un ciclo al picco, ora in lento logoramento.

Gianni Berengo Gardin

Fotografo discreto e coerente, Berengo Gardin ha raccontato l’Italia vera con sguardo onesto e umano.

Sebastião Salgado

Sebastião Salgado, fotografo umanista, ha raccontato dignità e dolore con sensibilità unica. Dalla crisi personale al progetto di riforestazione dell’Instituto Terra, un viaggio fra tecnica, impegno sociale e poesia visiva.

L’eredità visiva e morale di W. Eugene Smith

Un viaggio nella vita e nell’opera di W. Eugene Smith, maestro del photo essay e testimone etico del Novecento. Dalle sue ferite personali alla sua ossessione per la verità, Smith ha trasformato la fotografia in uno strumento morale, empatico e immersivo. Questo articolo ripercorre i momenti chiave della sua carriera, le sue relazioni, le sue ombre, e la sua eredità ancora pulsante.

Lee Miller

Lee Miller (1907-1977) è stata una figura straordinaria del XX secolo: modella, fotografa, corrispondente di guerra, musa ispiratrice e icona del movimento surrealista. Nata negli Stati Uniti e attiva soprattutto in Europa, Miller ha incarnato molteplici ruoli che hanno contribuito a ridefinire la maniera in cui pensiamo all’arte fotografica, alla rappresentazione femminile e al ruolo della fotografia nei momenti di profonda trasformazione storica. Spesso ricordata come l’allieva e la musa di Man Ray, o come la modella che finì sulla copertina di “Vogue”, Lee Miller fu molto più di questo: divenne una delle grandi testimoni visive della Seconda guerra mondiale, producendo immagini che ancora oggi ci parlano dell’orrore del conflitto, della complessità morale dei vincitori e dei vinti e delle contraddizioni di un’epoca.